18.12.08



"E' tipico dell'insaziabilità, ma anche della veemenza degli anni giovanili, che un fenomeno, un'esperienza, un modello scacci da solo tutti gli altri. Siamo allora ardenti e pronti a espanderci, afferriamo questo e quello, lo rendiamo il nostro idolo, ci assoggettiamo ad esso, aderendovi con una passione che esclude tutti gli altri. E non appena uno ci delude lo facciamo precipitare dalla sua altezza e lo frantumiamo senza esitazioni; non vogliamo essere giusti: ha contato troppo per noi. Tra i frantumi del vecchio idolo insediamo l'idolo nuovo. Importa poco che esso vi si trovi a disagio. Siamo capricciosi e arbitrari con i nostri idoli; non badiamo alla loro sensibilità; esistono per essere innalzati e abbattuti e si susseguono in numero stupefacente, tanto diversi e opposti tra loro che rimarremmo sorpresi se potessimo abbracciarli tutti con un solo sguardo. L'uno o l'altro di essi riesce a diventare un dio, e dunque perdura, viene risparmiato; nessuno gli metterà le mani addosso. Su di esso può agire solo il tempo, non la volontà ostile di qualcuno. Un idolo simile può deteriorarsi o sprofondare a poco a poco nel terreno cedevole: nondimeno, resterà pur sempre pressochè intatto, non perderà la sua forma.
Ci si immagini la distruzione di questo recinto sacrale che un uomo porta in sè quando ha vissuto per un certo numero d'anni. Nessun archeologo riuscirebbe a ricostruirne razionalmente il disegno. Già i simulacri divini rimasti intatti, riconoscibili, formano da sè soli un pantheon enigmatico. E lo scavatore troverebbe poi macerie su macerie, sempre più strane, sempre più fantastiche. Come riuscirebbe a capire perchè proprio queste macerie si sovrappongono a quelle? L'unica cosa che hanno in comune è il modo in cui sono state distrutte: se ne potrebbe dedurre soltanto che là infierì sempre il medesimo barbaro. La cosa più saggia da fare sarebbe non andare a toccare questo recinto sacrale di rovine."

Elias Canetti, "Karl Kraus, scuola di resistenza" in La coscienza delle parole, Adelphi

1 commento:

EEE ha detto...

davvero perfetto, con quella foto lì sopra.
la via, la via. fortuna che non si è ancora trovata.

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